sabato 18 giugno 2011

Un piccin, bruttino e bruno


Un piccin, bruttino e bruno

“Son piccin, bruttino e bruno,
di me un dì disse qualcuno:
“È una carogna come il nano,
perché ha il cuor vicino all’ano”.

Figlio d’un venditore ambulante,
ora io sono un uomo importante.
Venivo deriso per la mia statura,
ma vendicativo sono per natura;

All’università da assistente precario,
son diventato docente ordinario.
Solo per me voglio un posto sicuro,
di tutti gli altri... io non mi curo.

Collaboravo, come economista,
in consulenze col partito socialista.
Ho cambiato partito e anche registro,
d’un nuovo governo ora sono ministro.

Per la pubblica amministrazione,
pretendo on-line la certificazione;
e con la scusa dell’efficienza,
rompo le scatole con insistenza.

Vedo fannulloni dietro ogni scrivania,
contro di loro parte la crociata mia.
Inoltre, come ho detto in queste ore,
per me i precari sono l’Italia peggiore.

Io sono un genio per convinzione,
non dirò mai che sono un copione
Merito il Nobel, per auto-critica,
a cui ho rinunciato per fare politica.

Sono partito solo dalla gavetta,
e ora mi trovo in cima alla vetta.
Sono un vincente, non temo che perda,
mi son fatto da solo”... solo di merda!
                               (Pino Bullara)



3 commenti:

  1. o come mi piace questo brunetto-poem!!!!!! è nato col cuore!!! bravo Pino!

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  2. Grazie Anto'.
    Somiglia tanto a quell'altro omino piccino piccino.

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  3. Ho rivisto la poesia. Penso che questa sia la versione definitiva.

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